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Intervista a Maurizio Boco

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Intervista a Maurizio Boco di Renzo Bullo - 2005

Maurizio Boco batterista

D

Ciao Maurizio, innanzitutto complimenti per la tua strepitosa carriera e soprattutto grazie per la tua disponibilità nel concedermi il tuo tempo prezioso con questa intervista.

A quanti anni hai cominciato a suonare la batteria e quale tipo di formazione musicale hai avuto?

R

Ho iniziato a strimpellare a casa di un amico che aveva un po di strumenti a circa 14 anni ma ho iniziato a fare sul serio solo a 19 anni. ascoltavo rock con Led zeppelin, Pink floyd, Hendrix, poi sono passato per il jazz, la classica e la fusion per poi tornare al rock ma con un bagaglio culturale che naturalmente mi ha cambiato la vita.

D

Qual'è stato il batterista che ti ha ispirato o che tutt'oggi prendi come punto di riferimento per le tue performance?

R

Beh, non posso risponderti con un solo nome per quanto ti ho precedentemente detto, quindi direi Bonham e John Hiseman per la prima fase, Gadd e Colaiuta per la seconda e Phillips e Bozzio per la terza ma è troppo riduttivo, non posso lasciar fuori Paice, Palmer, Chambers, Cobham, Porcaro, Donati, Rich, Philly jo Jones, Erskine. Per quanto riguarda quello che faccio nelle mie performance direi che Bozzio è quello che ultimamente mi ha più ispirato per l'uso multitimbrico che fa dello strumento ma sicuramente traggo ispirazioni da tutto quello che mi circonda, magari anche da un tastierista di musica elettronica.

D

Perchè ti sei affascinato allo studio della doppia cassa?

R

Perché ho sempre pensato che il drum set tradizionale è troppo limitativo per i nostri giorni. Si possono arricchire i ritmi tradizionali con nuovi suoni, se pensi all'uso che ne fa Horacio con la clave. In realtà più che alla doppia cassa mi sono affascinato allo studio del piede sinistro con suoni alternativi al hi-hat e quindi anche alla doppia cassa.

D

Come affronti i concerti oggi, dopo tanti anni di esibizioni live?

R

Con lo stesso entusiasmo degli inizi ma con maggiore maturità. Penso soprattutto che oggi, a differenza di quando iniziai la mia carriera, chi mi viene a sentire merita tutto il mio rispetto perché viene a sentire me e non il cantante che sto accompagnando. Se dietro i tamburi ci sono io o un altro batterista per loro non è la stessa cosa, mentre molto spesso nella musica leggera è proprio così. La maggior parte del pubblico in quel caso va a sentire il cantante, il loro idolo, e chi c'è dietro i tamburi poco importa. E' un problema di ego, ma nel senso buono del termine. Forse è stato anche questo a farmi allontanare più o meno consapevolmente dal mondo della pop-music. Ma questo approccio naturalmente comporta una grande maturità e responsabilità e quindi credo che oggi affronto i miei concerti in modo più responsabile rispetto a prima.

D

C'è qualche rito curioso o particolare, anche scaramantico, che ripeti prima di ogni esibizione?

R

Assolutamente no, sono un batterista molto?.normale in questo, forse un poco fuori moda.

D

Da sempre l'utilizzo della doppia cassa ha caratterizzato la tua carriera. Secondo te, questa tecnica è strettamente legata al batterista heavy - progressive oppure ognuno di noi (drummer), qualsiasi genere suoniamo, dovremmo conoscerne almeno la tecnica di base?

R

Qui debbo correggerti perché forse come tanti altri batteristi non conosci la mia prima fase. I primi, diciamo dieci anni della mia carriera ho usato un set tradizionale, perché suonavo musica leggera, l'utilizzo del doppio pedale l'ho iniziato piuttosto timidamente in alcuni progetti di fusion come Digital Connection di Fabio Mariani o Summit di Dino Kappa per poi approfondirlo negli anni seguenti. L'utilizzo di questa tecnica è oggi a mio avviso indispensabile per chiunque. Molti batteristi pop, soprattutto in Italia, si autolimitano in questo senso perché dicono: tanto poi che ci faccio se nessuno mi permette di usarla? E' assurdo, capisci? Si perde di vista il fatto più importante e cioè che chi inizia a suonare uno strumento non sa se questo poi diventerà un lavoro, inizia per la passione verso lo strumento che ha scelto e quindi che senso ha limitare le proprie scelte per esigenze professionali? Anche nel jazz c'è un po di snobismo nei confronti della doppia cassa ma questo è ancora più paradossale perché storicamente i primi batteristi ad usarla erano proprio dei jazzisti come Louie Bellson per esempio. Se invece chi decide di non dedicarsi a questa tecnica lo fa per scelta, beh allora nulla da eccepire.

D

Ci puoi descrivere la tua strumentazione (Drum set e piatti)?

R

Sono endorser Tama da circa un anno e ne sono molto soddisfatto perché è lo strumento con il "mio" suono. Per quanto riguarda il set è immenso con 2 casse da 24 tom da 8,10,12,14,16,18 tre rullanti un tamburello a pedale, e decine e decine di piatti Ufip?..forse è meglio visitare il mio sito www.maurizioboco.com per dettagli.

D

Ascoltando i tuoi pezzi si denota una straordinaria tecnica che si fonde ad una grintosa potenza. Qual'è il segreto per mantenere inalterato e vincente questo equilibrio?

R

Non saprei, tanto studio e una buona guida, il maestro nei primi anni di studi fa la differenza. Poi esce fuori quello che sei, ciò che hai dentro, evidentemente l'equilibrio a cui ti riferisci era già in me e i miei studi mi hanno aiutato a tirarlo fuori.

D

Chi è Maurizio Boco quando non si siede dietro il suo drum set?

R

Una persona normale, credo. Mi piace collezionare dischi, andare al cinema e da poco mi dedico un po di più alla mia famiglia visto che sono diventato padre di una splendida bimba di nome Sara.

D

Quali sono i tuoi "lavori in corso" e quali i tuoi progetti futuri?

R

Sono sempre in, lavori in corso. Diciamo che le cose più imminenti sono il mio primo cd da solista che si chiamerà Trance Circular Groove e che uscirà in Gennaio, prima o poi uscirà un secondo lavoro con il trio BFH che dopo il cd d'esordio The Gate ha un nuovo bassista, appena trovo il tempo registrerò il mio terzo lavoro didattico che sarà un dvd, sta per uscire in commercio un DVD realizzato con l'associazione Drummers United, di cui sono il presidente, che comprende performance di alcuni tra i più importanti batteristi italiani che l'anno scorso sono intervenuti alla manifestazione Tempi Moderni organizzata dall?associazione, dirigo la didattica all'UM di Roma che come saprai è una delle più importanti strutture didattiche in Europa...

D

Quale batterista contemporaneo trovi particolarmente interessato e perchè e quale non puoi sopportare?

R

A questa domanda preferisco risponderti senza fare nomi. Direi che ammiro tutti i batteristi che hanno qualcosa da dire e che non si pongono limiti assurdi tipo la musica vera è il jazz!!!! Oppure il rock è il futuro!!!! Quelli che non sopporto sono quelli che impiegano la maggior parte del loro tempo a parlar male degli altri, pensa quanto potrebbero suonare meglio se impiegassero quel tempo a studiare, stronzate simili in Italia soprattutto sono molto frequenti.

D

Quale consiglio puoi dare a chi vive la musica come un hobbie, come un'attività che viene solo dopo lavoro e famiglia, per cercare di migliorare la propria preparazione tecnica e raggiungere il massimo pur avendo poco tempo disponibile?

R

Per loro la cosa più importante è divertirsi e pure per noi "professionisti" dovrebbe esserlo. Quindi il mio consiglio è quello di studiare sì, ma solo quello che ti diverte e che senti dentro di te. Se non ti va di fare il solfeggio, non lo fare!!!!! Suona e studia quello che ti piace fare e fallo al meglio delle tue possibilità, magari con un maestro che ti sappia capire.


Ciao a tutti i fans e allo staff di Ddgdrums, veramente una bella iniziativa.Complimenti

Maurizio Boco

Sito ufficiale www.maurizioboco.com