Intervista a Gianmarco Colzi batterista dei Litfiba
... Grazie, dirò tutta la verità, nient'altro che la verità.
D
A quanti anni hai cominciato a suonare la batteria e quale tipo di formazione musicale hai avuto?
R
Ho iniziato a suonare una tastierina all'età di tre anni. A dieci anni ho iniziato a studiare pianoforte, ma ho "inciampato" in un insegnante che mi ha fatto disamorare dello strumento. Ho cominciato a suonare la batteria a sedici anni da autodidatta....dopo due anni ho capito che avrei dovuto iniziare ad approfondire lo strumento: ho cominciato a studiare!!! Ora mi sto dedicando anche un po' alla chitarra.
D
Qual'è stato il batterista che ti ha ispirato o che tutt'oggi prendi come punto di riferimeno per le tue performance?
R
Il batterista che ho amato di più, è stato Stewart Copeland. Ha saputo fondere due stili musicali come il reggae ed il rock in un modo così naturale, e con un risultato così piacevole, fluido ed energico. Per quanto riguarda le performance dal vivo, dopo aver assistito nel '92, al concerto dei Dream Theater a Milano, sono rimasto impressionato da Mike Portnoy e dalla sua capacità di intrattenere il pubblico con soli che oserei definire pirotecnici, giocati su un attento uso delle dinamiche. Comunque, a quest'ultimo, preferisco di gran lunga John Bonham e Steve Ferrone!
D
Com'è stato l'esordio con i nuovi Litfiba del dopo Pelù?
R
Ricordo con molto piacere il provino....dopo tre minuti esatti, avevamo instaurato un bel feeling. Ci capivamo ed improvvisavamo come se ci conoscessimo da anni. Poi il rapporto di collaborazione si è evoluto a tal punto che, adesso, sono entrato a far parte della cerchia dei compositori. Sto scrivendo, insieme a Ghigo ed a Cabo, il nuovo album; il mio contributo è totale, visto che sarò autore di alcuni brani, sia per la composizione e l'arrangiamento, sia per quanto riguarda i testi.
D
Come affronti i concerti oggi, dopo tanti anni di esibizioni live?
R
Il concerto è l'essenza della musica. E' una ragione di vita, ti gratifica, fa sì che tutti gli sforzi che hai fatto per portare avanti la scelta bizzarra di fare il "musicante", non si disperdano nel nulla. Stabilisci un contatto con il tuo pubblico, dai e ricevi forti emozioni. Come vuoi che lo affronti? Con tanta voglia, con professionalità, con adrenalina da vendere, e gli occhi iniettati di sangue...potrei morire solo al pensiero di dover smettere di suonare dal vivo!
D
C'è qualche rito curioso o particolare, anche scaramantico, che ripeti prima di ogni esibizione?
R
Sono sempre molto teso ed emozionato. Per scaricare la tensione, faccio almeno una bella mezz'ora di riscaldamento: corsa, flessioni, esercizi per le braccia ecc. ecc. Nessun rituale scaramantico.
D
Preferisci la potenza o la tecnica nel suonare la batteria?
R
Cerco di mettere in pratica entrambi gli aspetti. Il Rock richiede potenza fisica ed anche una giusta dose di tecnica (Charlie Watts apparte). Soprattutto, cerco di ascoltare gli altri musicisti, cercando di non farmi fagocitare dal pericolosissimo click che pompa negli auricolari (anche per questo motivo, tengo il volume molto basso, deve essere solo un riferimento!!!).
D
Ci puoi descrivere la tua strumentazione (Drum set e piatti)?
R
Suono batterie Pearl in acero (mod MMX), piatti Ufip, bacchette Carbostick 5/b medium, pelli Remo.
La composizione del mio set è la seguente: grancassa 24x18, timpani 16x16 e 14x14, tom 10x8 12x8
(l'ultimo lo uso come fosse il secondo rullante, alla mia sinistra), rullante Tamburo 14x5,
doppio pedale. Per i piatti uso i modelli Class della Ufip, perchè mi danno la possibilità di sceglierne
il peso...light,medium o heavy: Hi-Hat 13, splash 8 e 10, crash 18 e 20, ride 21, china 18 e 12, real china 18.
Pelli: ambassador sabbiate per i tom ed i timpani, CS sabbiata per il rullante.
Per quanto riguarda l'ascolto dal vivo, uso auricolari con calco, che mi servono per sentire al meglio la mia voce
(visto che faccio i cori per il 70% del concerto), e le programmazioni con "clock vari", più una spia alla mia destra,
che mi serve per ascoltare gli altri strumenti.
D
Hai altri progetti oltre ai Litfiba? Magari come solista?
R
Ne ho un sacco!!! Nel tempo libero continuo a suonare nei locali con gli amici....facciamo un po' tutto il Rock dai '60 ad oggi. Stiamo lavorando per portare in giro uno spettacolo dedicato ad un artista che ha segnato la mia vita:Jeff Buckley. In questo progetto non siedo dietro ai tamburi, ma canto io....con l'acustica in mano, per giunta!!! L'idea di proporre la musica di un artista non troppo famoso in Italia, e quella di cantare anzichè suonare la batteria, mi piaceva...sarebbe stato scontato suonare in una tribute qualunque. Continuo ad insegnare in alcune scuole di Firenze, e mi sto dedicando anche alla composizione di musiche e testi, che andranno a far parte del mio primo lavoro da solista, che vedrà la luce nel 2026(quando avrò cinquantanni!).
D
Svestiti gli abiti dell'artista, chi è Gianmarco Colzi?
R
Una persona come tante, con sogni, ambizioni, una vita normalissima, una moglie, un cane.............
D
Quale consiglio puoi dare a chi vive la musica come un hobbie, come un'attività che viene solo dopo lavoro e famiglia, per cercare di migliorare la propria preparazione tecnica e raggiungere il massimo pur avendo poco tempo disponibile?
R
Non mi sento in grado di dare consigli, anche perchè sarebbero gli stessi che danno tutti (come la mamma che ti dice di andare piano in macchina)! Però, in questa categoria, ci sono stato per molto tempo. Ho iniziato a lavorare molto presto, per non gravare troppo sulle spalle dei genitori. Ho cercato di scegliere dei lavori che mi permettessero di suonare. Quello che guadagnavo, mi serviva per acquistare il materiale necessario, per pagarmi la retta della scuola dove studiavo, per pagare l'affitto di una sala prove; già.....la sala prove!!! Il migliore investimento!! E' stato lì che ho imparato a suonare e a capire che esistono anche gli altri musicisti. Loro suonano con te, tu li devi aiutare. Devi essere il motore della band, il trascinatore, quello che detta le dinamiche, ma anche quello che sa rinunciare ad un fill troppo pretenzioso (magari fuori stile) e ad un inutile sfoggio di doti tecniche, che non gioverebbero sicuramente al risultato finale: l'amalgama, il suono della tua band! Questo mi sento di dire....batteristi, suonate con gli altri, non da soli!!!! Non esiste soltanto la tecnica individuale, dovete valorizzare il gioco di squadra!!! CAPITO?
Di Renzo Bullo per DDGDRUMS.